Senza Ronaldo e Lukaku, la Prima Divisione sarebbe sopravvissuta piuttosto che prosperare. Il cambiamento deve arrivare – l’atleta

Mentre Max Allegri stava camminando nel tunnel all’intervallo di sabato sera, forse non si aspettava già di sentire i fischi dei tifosi all’Allianz Arena.

Era la prima volta in quasi 18 mesi che la Juve giocava davanti ai suoi tifosi a Torino, e la prima volta da quando gli errori di Fuchs Chesney hanno regalato una vittoria a Udine lo scorso fine settimana, e Cristiano Ronaldo ha detto al club che se ne sarebbe andato ed è venuto indietro… per il Manchester United.

La sconfitta in casa contro la neopromossa Empoli – che non aveva mai battuto, segnando un pareggio in 13 trasferte precedenti – ha riportato alla mente uno dei momenti peggiori della scorsa stagione, quando il Benevento arrivò in città e fece arrabbiare l’anziana signora.

Nella conferenza stampa post-partita, ad Allegri è stato chiesto se questa fosse la Juventus più debole che avesse allenato. Altri sotto di lui hanno fatto la storia, vincendo sempre il campionato e facendo due finali di Champions League, quindi gli standard sono impeccabilmente alti.

Rispose: “Non è giusto”. “È una squadra della Juventus con i migliori giovani…” Matisse de Ligt, Manuel Locatelli, Federico Chiesa, Weston McKinney, Dejan Kulusevsky, Caio Jorge e il ritorno Moise Kean. “…Sai, i giovani giocatori non sempre hanno l’esperienza o la capacità di gestire alcuni momenti nelle partite, quindi dobbiamo gradualmente trovare un equilibrio”.

La sconfitta della Juventus nel fine settimana non può essere imputata alla cessione di Ronaldo.

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