La Tunisia dovrebbe ricevere un po’ di soldi dal FMI prima delle riforme: l’Italia

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha dichiarato giovedì che il Fondo monetario internazionale dovrebbe accettare un primo pacchetto di salvataggio incondizionato per la Tunisia, con ulteriori pagamenti dipendenti dalle riforme.

La Tunisia ha raggiunto un accordo preliminare in ottobre con il Fondo monetario internazionale per circa 2 miliardi di dollari per sostenere la sua economia in difficoltà, ma il piano di salvataggio necessita ancora dell’approvazione del consiglio del FMI, che ha insistito per riforme specifiche per l’economia.

“La nostra proposta è iniziare a finanziare la Tunisia attraverso il Fmi e fornire una seconda tranche dopo la prima con il proseguimento delle riforme”, ha detto Tajani dopo un incontro con il suo omologo tunisino, Nabil Ammar.

“Ma non è del tutto condizionale… finisci il processo di riforma. Inizia a finanziare e incoraggia le riforme”, ha detto ai giornalisti.

Tajani ha aggiunto che Ammar “mi ha assicurato che le riforme stavano andando”.

La Tunisia è fortemente indebitata e affronta alti tassi di inflazione e disoccupazione.

Nei giorni scorsi i vertici dell’Unione Europea, tra cui il premier italiano Giorgia Meloni, hanno avvertito dei pericoli di un collasso economico che potrebbe spingere più persone ad attraversare il Mediterraneo.

Immigrati provenienti da tutta l’Africa e dalla stessa Tunisia utilizzano regolarmente la costa tunisina, a meno di 150 chilometri (90 miglia) dall’isola italiana di Lampedusa, come punto di sosta per i tentativi di raggiungere l’Europa.

“I messaggi scettici o negativi sulla Tunisia… non aiutano l’economia tunisina e alimentano tutti i problemi, compresa l’immigrazione clandestina”, ha affermato Ammar Al-Khamis in dichiarazioni congiunte alla stampa.

“Aiutare l’economia tunisina significa anche combattere l’immigrazione”, ha detto.

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Il presidente tunisino Kais Saied ha preso poteri di vasta portata da quando ha destituito il governo nel luglio 2021, sciogliendo successivamente il parlamento e spingendo per una costituzione che sostituisca quella approvata nel 2014, quando la Tunisia era in prima linea nelle rivoluzioni democratiche della primavera araba.

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