“Gli allenatori hanno il diritto di essere arrabbiati con il VAR”


Renzo Oliveri, presidente dell’Associazione allenatori italiani, è solidale con la rabbia provata dai dirigenti della Serie A nei confronti del VAR sulla scia della polemica sul rigore tardivo della Juventus contro l’Inter domenica.

Intervenuto al Corriere dello Sport della Roma in un’intervista pubblicata nell’edizione odierna, l’ex tecnico ha espresso il suo punto di vista su alcuni problemi e incongruenze del VAR dopo il discorso del confronto a San Siro.

Non c’era dubbio che ci fosse attrito tra l’estremo difensore dell’Inter Denzel Dumfries e il terzino sinistro della Juventus Alex Sandro quando l’olandese ha fatto una goffa sfida al limite dell’area al termine della partita di domenica a San Siro.

Tuttavia, l’arbitro Maurizio Mariani sembrava essere in una posizione ideale per vedere l’incidente, e la sua decisione iniziale era che non c’era abbastanza per emettere un fallo e un rigore mentre agitava il gioco.

Il video-assistente arbitrale ha però consigliato a Mariani di dare un’altra occhiata all’accaduto e, dopo aver visto il replay sullo schermo, ha ritenuto la sfida degna di un calcio di rigore, visto che i bianconeri hanno pareggiato attraverso di essa.

I giocatori dell’Inter sono rimasti indignati per la decisione mentre l’allenatore Simone Inzaghi ha ricevuto un cartellino rosso per le sue proteste, e Olivieri lo capisce.

“Dico che dovrebbero essere tenute riunioni congiunte per affrontare questioni specifiche”, ha detto. “Domenica, in senso generale, non può esserci. Bisogna pensare bene ad arbitrare, gli allenatori vogliono sbagliare il meno possibile, ama dire Allegri.

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Ha proseguito: “Penso ad esempio che anche l’allenatore abbia il diritto di arrabbiarsi, sapendo che non ha il diritto di esprimerlo, soprattutto in modo esagerato. Così dicono le regole. Va interpretato”.

Ha detto: “La verità è che ci può essere protesta o rabbia, alza le braccia, scuoti la testa, in segno di opposizione. E tra i due c’è un mondo. Penso che anche la rabbia possa far parte della partita”.

“Guarda, sono un fan del giudizio”, ha detto anche lui. Perché il loro impegno è quello di contribuire ad aumentare la qualità della partita. Come? Mentre meno, rischi di giocare a un buon ritmo. Se non voglio lasciar perdere gli infortuni, c’è un modo classico e semplice: partite lente, rompile. Allenatori dovrebbe capire anche questo.”

Ha ammesso il problema di rottura del VAR del gioco ma ha detto: “Ma corregge molti errori. Quelli fatti dal VAR rappresentano una percentuale molto bassa. A condizione che non si commetta l’errore di segmentazione del verbo, con la lenta analisi di ‘c’è un tocco o no'”. Il VAR deve restare anche arbitro, al centro del gioco e della sua evoluzione”.


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