Dalla mano di Dio alla testa di Zidane: il momento più famoso di sempre in Coppa del Mondo

Il leggendario drammaturgo brasiliano Nelson Rodriguez disse infamemente: “Ovunque c’è una catastrofe nazionale irreparabile, qualcosa come Hiroshima. La nostra catastrofe, Hiroshima, è stata la sconfitta dell’Uruguay nel 1950”.

Era un’affermazione offensiva e iperbolica, ma fornisce informazioni sull’impatto di “Maracanazo” (“The Maracanà Blow”) sulla psiche nazionale.

I brasiliani erano molto fiduciosi che Silicao avrebbe vinto la Coppa del Mondo sulla loro terra.

È stata preparata una canzone celebrativa, mentre un giornale ha dichiarato la Seleção “campioni del mondo” la mattina dell’incontro con l’Uruguay, che era già definitivo, poiché solo il Celeste poteva superare il Brasile vincendo l’ultima partita del torneo. Il ciclico mini-campionato che concluse i Mondiali del 1950.

Il Brasile, che ha battuto l’Uruguay 5-1 durante la vittoria in Copa América l’anno precedente, ha avuto bisogno solo di un pareggio per vincere il titolo per la prima volta, e si è portato in vantaggio al 47′ con Friaka.

Tuttavia, Juan Alberto Schiaffino ha pareggiato a metà del secondo tempo prima che Alcides Ghiggia segnasse il gol più famoso nella storia del calcio brasiliano per vincere la Coppa del Mondo per l’Uruguay.

Quel giorno c’erano circa 220.000 persone all’interno del Maracanã, tuttavia, al fischio finale, si potevano sentire solo gli applausi e le grida dei vincitori esultanti.

Il Brasile come paese è entrato in uno stato di shock. Almeno due persone a terra si sono suicidate, mentre è stata segnalata una serie di suicidi in tutto il Paese.

La Selecao è ripartita di fatto, cambiando anche il colore del suo kit con l’iconica maglia gialla e i pantaloncini blu che conosciamo oggi.

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Tuttavia, il dolore “Maracanazo” non è mai veramente scomparso. Certo, alcuni giocatori non si riprendono mai veramente.

Augusto, Juvenal, Bigod e Chico non hanno più giocato in nazionale, mentre il portiere brasiliano Mouassire Barbosa è diventato il capro espiatorio della sconfitta, poiché la stampa ha ritenuto che avrebbe dovuto respingere il calcio decisivo di Geggia.

Zizinho ha persino incolpato le continue critiche dei media e la costante ossessione per Marcanazzo per la morte del suo compagno di squadra per infarto dopo 50 anni.

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